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Qual è la lunghezza ideale di un post?


lunghezza ideale di un post

Oggi cercando un prodotto che mi serviva ho trovato un articolo in un blog che stando al titolo sembrava scritto apposta per soddisfare la mia esigenza. Comincio a leggere. Prime frasi per introdurre l’argomento ai lettori (le conosco bene!), poi alcune considerazioni personali, poi ancora un discorso introduttivo… decido di saltare qualche paragrafo, ma ancora non sono arrivato a quello che mi serve… leggo qualche frase pescata nel mucchio, ma non capisco se l’autore ne ha già parlato o no… comincio a far scorrere forsennatamente la rotellina del mouse, ma l’articolo non si avvia a una conclusione… basta! Ritorno su Google e cerco altrove. Vi è mai capitata una cosa del genere?

Aldilà della capacità di sintesi che l’autore possiede o della possibilità di trattare velocemente l’argomento, sarebbe lecito cercare di imporsi un limite alla lunghezza di quello che si scrive, perchè non sempre si ha il tempo di leggere tanto, non sempre se ne ha voglia, non sempre si è interessati all’opinione dell’autore (per questo in genere le mie considerazioni stanno alla fine del post). E non sempre l’argomento è così intrigante.

Ma è possibile riuscire a farsi un’idea di quanto dovrebbe essere lungo un articolo pubblicato su un blog?

5 consigli su come scegliere la nicchia del proprio blog

scegliere la propria nicchia

Abbiamo visto nelle scorse settimane come un blog di nicchia offra una grande opportunità per l’affermazione di un blogger, scendendo nel dettaglio dei suoi principali vantaggi sociali ed economici. Ho sempre ribadito che il primo scopo di un blog è esprimere se stessi, tuttavia tutti noi abbiamo diversi interessi e siamo più o meno esperti in diverse “discipline”. Come scegliere allora su cosa dedicare maggiore attenzione? Come scegliere gli argomenti da trattare nel nostro blog di nicchia?

Ecco alcuni punti cardine su cui a mio avviso è importante riflettere, da utilizzare anche come per ordinare e filtrare le nostre idee.

I 7 principali vantaggi sociali ed economici di un blog di nicchia

blog di nicchia

In un precedente articolo ho parlato dei blog di nicchia (ovvero con tema o target ben specifico) e di come aver deciso di crearne uno abbia totalmente cambiato la mia esperienza come blogger, passando dalle decine di visite al mese alle migliaia al giorno e, cosa più importante, arricchendo il mio bagaglio “sociale” portandolo a un livello superiore di relazioni interpersonali.

Ma un blog di nicchia presenta anche altri vantaggi: in questo articolo ho deciso di elencare quelli che secondo me sono i sette punti principali, con un approfondimento per ognuno.

La via per il successo di un blogger: il blog di nicchia

blog di nicchia

La definizione di blog di nicchia è presa in prestito e adattata dal concetto di mercato di nicchia, e indica un blog con contenuti rivolti a a una determinata tipologia di persone, spesso accomunata da specifici interessi condivisi. Per intenderci, Creare blog è un blog di nicchia rivolto ai blogger che vogliano migliorare il proprio blog e la propria esperienza online. Un blog che parli solo di calcio è un blog di nicchia (molto ampia in Italia) rivolto a chi è interessato a questo sport.

E’ chiaro che ognuno organizza e crea il proprio spazio online come preferisce, ma per chi vuole ritagliarsi la propria fetta di pubblico e avere un approccio più attento ai numeri, la scelta di un blog di nicchia è una delle strade migliori da percorrere.

Cerchiamo di capire perchè.

.Net, .Com, .Org, .It, .Biz, .Info… Quale dominio scegliere?

Tra commenti, mail e chiacchierate mi è stato chiesto più volte se ci sia differenza tra i vari domini di primo livello (le ultime lettere che vedete in un indirizzo web: .NET, .IT, .COM e così via…) e se in qualche modo influenza il modo in cui i motori di ricerca “accolgono” il nostro blog.

La prima a pormi questa domanda è stata mia moglie. Quando gli ho chiesto cosa preferiva tra .ORG o .NET mi ha risposto “quale dei due ti garantisce maggiore visibilità?”. Ecco, mia moglie e l’informatica sono un po’ il diavolo e l’acqua santa, quindi potete immaginare la mia espressione nel sentirmi fare una domanda di questo tipo. Per non sbagliare, l’ho sfiorata di nascosto con una croce d’argento, per vedere se si scioglieva urlando. Non è accaduto.

A parte le mie vicende personali, la domanda è lecita perchè una volta fatta la pubblicazione su un dominio personalizzato avrete già sborsato dei soldi e quindi vorrete essere sicuri di non sbagliare.

Scelta dominio

5 motivi per acquistare un dominio personalizzato per il blog

Fermo restando che agli occhi dei motori di ricerca non cambia molto, ecco cinque motivi che hanno spinto me ad acquistare un dominio personalizzato per il blog e che mi spingono a consigliare di farlo anche a tutti quelli di voi che si pongono di fronte al proprio spazio online come qualcosa di più da aggiornare saltuariamente.

Il fulcro della riflessione è l’impatto che, agli occhi degli altri, ha un dominio personalizzato, ma non mancano motivazioni più “venali”.

dominio personalizzato

5 cose importanti da fare il giorno dopo aver pubblicato un articolo sul blog

checklist Ecco, avete appena pubblicato un vostro articolo sul blog. La vostra rete di contatti più stretta (amici, altri blogger) lo vedranno e lo leggeranno, e altrettanto faranno i lettori abbonati al vostro feed. Ma aldilà del tema trattato, vi è costato fatica e, specialmente in questi caldi giorni estivi, sudore. Ci avete messo passione e creatività. E’ giusto quindi cercare di far raggiungere ad una più vasta audience possibile il risultato del vostro impegno.

Se poi avete un approccio più professionale al blog o state cercando di monetizzarlo, di certo considerate ogni singolo post una risorsa importante.

Questo è un piccolo vademecum delle cose che faccio io dopo aver scritto un articolo. Niente di lungo e complicato, piccoli accorgimenti veloci per migliorare la popolarità e la diffusione dei vostri articoli in rete.

Social network a cui segnalare i post: meglio pochi ma buoni

Il passaparola è un potente strumento per accrescere la popolarità di un blog, specie per quelli non strettamente legati all’utilizzo di parole chiave particolarmente cercate. Prendiamo per esempio il blog di Beppe Grillo: a me è capitato di visitarlo ma certo non perché mi sia svegliato una mattina e abbia cercato “Beppe Grillo” su Google. Tra l’altro non mi è mai capitato di trovarlo tra i risultati di ricerca neanche cercando temi di attualità. E’ solo il passaparola che l’ha reso uno dei siti in assoluto più visitati in Italia.

Un altro esempio meno popolare ma che rende perfettamente l’idea è l’articolo di Alberto Falossi sulla pubblicazione online delle dichiarazioni dei redditi degli italiani, che grazie al passaparola ha ricevuto oltre 100.000 visite in due giorni. Leggetelo perché potrebbe esservi di ispirazione.

I social network possono svolgere un ruolo chiave in questo meccanismo: anche un singolo articolo di qualità può innescare una reazione a catena e aumentare la popolarità di un blog. Per questo più volte ho fornito vari strumenti per permettere ai miei e ai vostri lettori di condividere i post in rete.

Anche in questo caso, dopo diverse prove, le prove su strada mi hanno fatto capire che la qualità conta molto più della quantità.

Social network

10 utili consigli per migliorare la leggibilità degli articoli

Ovvero anche l’occhio vuole la sua parte (sarà per questo che amo tanto la cucina orientale?).

Il contenuto di un post non è tutto, è importante anche il modo in cui viene presentato. Per quanto un articolo possa essere interessante, se rendiamo difficile la comprensione del testo è difficile che il lettore arrivi fino alla fine. E’ un problema stilistico soprattutto dei blogger alle prime armi: post monoblocco di diecimila parole (senza un’andata a capo), magari col testo verde scuro su verde chiaro trasparente che si confonde con le immagini di sfondo.

Sarà capitato anche a voi di incappare in qualcosa del genere (o magari l’avete scritto) e quindi avete idea di cosa parlo.

Io stesso cerco continuamente modi diversi di migliorare la leggibilità e l’impostazione dei miei articoli, e anche se non si finisce mai di imparare ci sono alcune regole basilari che cerco di tenere sempre a mente.

Immagine presa da photl.com

Feed completi o parziali?

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Più volte mi è capitato di discuterne in privato o leggere accesi dibattiti in rete su una questione che prima o poi affrontano quasi tutti i blogger: feed completi o parziali?

Per chi si fosse sintonizzato adesso su questo canale, è doverosa una premessa. Il feed è uno strumento messo a disposizione quasi tutti i servizi di blogging (Blogger e Wordpress ad esempio) che permette di seguire gli aggiornamenti di un blog senza dover visitare la pagina con il browser. Il contenuto dell’articolo arriva direttamente a noi e può essere letto da un feed reader, applicazione online o da installare sul desktop (io ad esempio uso FeedDemon). Blogger permette anche di farlo direttamente dalla bacheca.

Il feed diventa quindi una parte integrante di un blog e anche se chi è all’inizio non si pone troppi problemi tecnici farà bene a cominciare a familiarizzarci presto, e si porrà allora l’annosa domanda: fare arrivare al reader del lettore tutto l’articolo (senza quindi bisogno di visitare il nostro blog col browser) o solo una parte di esso (obbligando quindi il lettore a visitarci per vedere il resto)?

Chi è abbonato al mio feed sa già qual è la mia opinione in merito, adesso.

L’importanza di porsi al centro del proprio blog

Gira voce, per esempio, che tu non sia un programmatore siciliano sulla trentina ma una stupenda drag queen di Alessandria con la passione dell'informatica! ;)  ;)  ;)

Mi permetto di riportare un piccolo stralcio della mail che mi ha mandato oggi Daniela perchè è perfettamente in linea col post che avevo pianificato di scrivere stasera: l’importanza di porre sè stessi al centro del proprio blog e in generale della propria immagine su Internet.

Voi sapete chi sono, con chi sono sposato, che lavoro faccio e dove vivo. Con qualcuno ci siamo anche mangiati una pizza. Posso dire che in questi due anni Creare blog, nell’ambito della sua nicchia, ha riscosso un certo successo, e col tempo mi sono reso conto di quanto certe scelte fatte all’inizio e portate avanti abbiano influenzato positivamente questo sviluppo.

Per chi sta cercando di lanciare il proprio sito, o sta cercando un cambio d’immagine, voglio condividere quello che ho imparato sull’importanza di porsi al centro del proprio blog e fare di sè stessi il proprio brand (marchio in italiano, ma in inglese il senso è più ampio).

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Ah, per Daniela: quello di drag queen è solo il secondo lavoro, e mi sono esibito solo saltuariamente ad Alessandria!

Come sfuggire al peggior nemico di un blogger: la fretta di pubblicare

A seconda dell’approccio che si ha al blog, per molti diventa importante mantenere nel tempo una pubblicazione costante di nuovi articoli, soprattutto per chi cerca di monetizzarne il contenuto o magari per chi ne ha fatto una professione, per conto proprio o come freelancer per altri siti. Ma anche per chi ha una vasta audience o comunque ama scrivere nel proprio blog. Per me, è quasi un’appassionante avventura.

In questo scenario,  molto spesso capita che le cose non vadano come devono andare: può capitare che manchino i riferimenti per concludere bene un articolo, può darsi che in fase di stesura del testo ci si accorge che si è divagato troppo, può succedere che le cose non funzionino come dovrebbero (ne so qualcosa io con i javascript).

E a quel punto (sono certo che a molti che mi leggono è capitato) scatta l’ansia di non arrivare a pubblicare l’articolo finale nel tempo previsto. Il che diventa un problema anche perchè significa che si ci dovrà investire ancora del tempo l’indomani.

E’ capitato diverse volte anche a me, finché con l’esperienza non sono riuscito a trovare un equilibrio che mi ha permesso di riuscire a gestire meglio il mio tempo e a tenere sempre più spesso lontani questi momenti.

relax

Certificare la paternità delle proprie opere

Nei precedenti articoli d’approfondimento sui diritti d’autore, Creative Commons e SIAE e su possibili soluzioni tecniche per proteggere i propri contenuti online, è nato nei commenti il dibattito su come sia possibile certificare la paternità delle proprie opere. Premesso che personalmente ritengo che la condivisione in rete non faccia altro che bene a chi diffonde le proprie idee, sicuramente alcune opere come ad esempio un e-book richiedono una maggiore attenzione per la tutela dei copyright dell’autore.

SIAE a parte, lo Stato Italiano fornisce degli strumenti semplici per la certificazione delle proprie opere: la firma digitale e la marca temporale (lo sa bene chi in un ufficio è attrezzato la Conservazione Sostitutiva).

Mentre preparavo quest’articolo mi è stato segnalato via mail un video molto interessante che spiega con chiarezza come sia possibile applicarle con i mezzi messi a disposizione da Infocamere e Copyzero.

Diritti d’autore, Creative Commons e SIAE: normative e chiarimenti

Sempre più gente si affaccia nel mondo della rete a condividere propri pensieri e creazioni tramite un blog o social network come Facebook. Per questo, più che mai, c’è una forte esigenza di capire quali sono i diritti garantiti a chi crea e condivide una propria opera e quali mezzi ha per tutelare la sua diffusione o copia.

E’ diffusa opinione in rete che qualsiasi contenuto sia liberamente utilizzabile senza il consenso dell’autore, facendosi forza dell’idea che Internet è libera e non ha leggi o che magari essendo i server su territorio straniero si possa sfuggire alla legislazione italiana. Mito assolutamente falso.

Allo stesso modo, si ritiene che le Creative Commons servano a proteggere i diritti dell’autore. Anche questo dovuto a confusione.

Per concludere, mito popolarissimo anche fuori dalla rete: per tutelare i propri diritti un autore deve registrare le proprie opere presso la SIAE. Non è così.

Vediamo di far chiarezza sull’argomento.

E’ possibile proteggersi da chi copia i nostri contenuti?

Molto spesso mi vengono segnalati casi di plagio e mi viene posta sempre la stessa domanda: è possibile impedire a qualcuno di copiare i contenuti dal nostro blog? Anche se solo apparentemente ci sono delle tecniche per rendere più difficile la cosa (ad esempio disabilitare il tasto destro del mouse), la risposta è una sola: non c’è un modo assoluto. Ho visto spesso molti blogger scoraggiati da questa cosa e ne posso capire il perchè: da una parte un post è qualcosa di altamente personale, e vederlo “rubato” sembra quasi una violenza; dall’altra, un post può richiedere anche ore per essere scritto (ne so qualcosa…) e vedere che qualcun altro invece in pochi secondi se ne appropria fa molta rabbia.

A parte le soluzioni tecniche, tuttavia, esistono strategie che ci permettono di limitare il fenomeno e addirittura in molti casi sfruttarlo a nostro vantaggio.